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del movimento romano, perchè diffondevansi nel narrarne le particolarità.

Intanto il Fanfulla il quale non era che un giornale scientifico e letterario, compilato dallo spoletino Pompili, incominciò ad occuparsi ancor esso del movimento italiano.

Fino dal secondo semestre del 1846 si vide sorgere un giornale scritto in lingua inglese, sotto il nome di Roman Advertiser, per opera dell’irlandese Hemans, al quale succede poi l’inglese Strutt. Era di formato in-4.

Si ebbe anche la Speranza in foglio scritta dallo spoletino Pompili, e sostenuta coi loro articoli dai seguenti:

Michele Mannucci toscano, principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso milanese, Corrado Politi di Recanati, Generale Giovanni Durando piemontese, Francesco Dall’Ongaro friulano, Achille Gennarelli di Fermo. Ed allorquando questo giornale, divenuto giornale di opposizione sotto la repubblica romana, assunse il nome di Speranza dell’Epoca, vi scrissero:

Il conte Terenzio Mamiani pesarese, il dottore Carlo Luigi Farini di Russi, l’abate Filippo Perfetti marchigiano, il dottore Diomede Pantaleoni di Pesaro.

Surse nel febbraio del 1847 l’Italico nel quale scrivevano Domenico Venturini marchegiano, Leopoldo Spini ravennate, Michelangelo Pinto romano, Tommaso Zauli-Sajani di Forlì, marchese Orazio Antinori di Perugia, Tommaso Tommasoni di Fano, principe Cosimo Conti romano, Ottavio Gigli romano ed altri.

La Bilancia comparve il 7 maggio 1847, come dicemmo più sopra, sotto gli auspici del professore Orioli viterbese, cui si associarono come collaboratori l’avvocato Andrea Cattabeni di Senigallia e Paolo Mazio romano. Vi scrissero talvolta l’avvocato Giuseppe Gabussi di Bologna, l’avvocato Angelo Carnevalini di Viterbo, il colonnello Pietro Armandi di Fusignano, l’avvocato Rinaldo Petrocchi romano.

Terminata la Bilancia, venne fuori l’Epoca, giornale