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Dal che risulterebbe che i soli tre circoli maggiori avrebbero avuto un novecento, o mille socî circa. Aggiungondo per tutti gli altri circoli, che furon dodici, altri cinquanta individui a circolo, si avrebber seicento individui. E quindi i tre circoli maggiori avrebbero avuto da novecento a mille socî, e i dodici circoli minori numero seicento circa, che in tutto sarebber milleseicento individui ascritti ai circoli. Ogni individuo poi, fra i quali molti capi di famiglia, costituendo un piccolo centro d ’idee politiche, spiegherassi quanto si fosse diffuso e compenetrato il principio politico in tutte le parti della città ed in tutte le gradazioni sociali.

Questi furono dunque i circoli o casini che avevamo in Roma durante il tempo della rivoluzione. Circa poi alla loro importanza ne abbiam detto quel poco che credemmo meritevole di ricordo per farla apprezzare. Essa però fu molto maggiore di quello che apparisce, imperocchè molte cose, come ben si comprende, o non si sanno o non si scrivono, e quindi non resta di loro traccia veruna.

Ma se la capitale sovrabbondò nella vita politica, anche in fatto di circoli non è a presumersi che le provincie ne rimanessero indietro. E siccome uno era il principio che dominava, quello cioè di associare associare, sansa di che nulla sarebbesi potuto operare, così l’associazione per mezzo dei circoli trovar doveva la sua applicazione ed il suo svolgimento secondo la popolazione o l’incivilimento di ciascuna città.

Formaronsi pertanto circoli da per tutto. Moderati e papalini in principio, caldi d’indipendenza italiana in seguito, repubblicanissimi tutti in fine. Ovunque poi arrogavansi la pretensione non solo ma il diritto di dominar la opinione, rappresentare il popolo, e deliberare eziandio su cose di politica e di governo, quasi fossero regolari assemblee legislative.

E siccome i pianeti nell’ammirabile ordine dell’universo hanno per centro il sole, ed intorno ad esso come