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296 | storia |
Dicemmo essere interessante oltre modo il detto documento e lo ronfenniarno, perchè prova tre cose al tempo stesso; tutte ila noi sostenute e ripetute nelle presenti carte.
1.° L’affratellamento dei circoli e l’unità d’azione venire a provarci che coll’incastrare il governo di popolo nei vari governi regi della penisola, si voleva camminare verso la repubblica.
2.° Che l’iniziato movimento non era romano soltanto, ma italiano e forse universale. Noi sempre sostenemmo e sosteniamo che il movimento rivoluzionario in genere ha per base il repubblicanismo universale.
3.° Che il circolo romano, sebbene non riconosciuto ancora, esisteva fino dal 1846, e che venne iniziato in casa Muti, ed il linguaggio del marchese Giovan Paolo che da due anni predittiva l’unità d’azione, come dice nella circolare, viene a convalidare il nostro asserto.
Nell’assemblea generale del circolo romano del 1 di ottobre si elesse il conte Terenzio Mamiani per rappresentare il circolo al Congresso federativo di Torino.1
L’importanza del circolo però a questa epoca era già di molto scemata. Visse è vero per alcuni altri mesi ancora, ma di una vita languida e sonnolenta. Ciò si rileva da un indirizzo del 13 decembre riportato nella Speranza.2 Una delle ragioni del rattiepidimento del circolo si ebbe nella diminuzione dei soci, perchè molti passarono al circolo popolare, altri, in numero di quaranta circa, si recarono al campo. Ma l’altra ragione più vera fu che, stante la diffusione delle idee democratiche, nel secondo semestre dell’anno 1848 il circolo popolare veniva acquistando maggior vita e vigore, a detrimento del circolo romano. E tale e tanta fu la influenza che il primo venne gradatamente acquistando che, dopo accaduta la catastrofe del