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La sera del 30 luglio si annunziò dalla loggia del circolo romano le pretesa vittoria di Carlo Alberto, vittoria che dopo essere stata creduta e festeggiata, si convertì in isconfitta.

L’allocuzione pontificia però del 29 di aprile, e la rotta appunto delle anni piemontesi a Custoza e Somma Campagna, avendo portato lo scoramento in chi guidava in allora il movimento italiano, suggerirono il partito di affidare le sorti italiane alla guerra di popolo, in luogo della guerra regia ch’era riuscita sì male. Si escogitò a tal effetto l’affratellamento fra loro dì tutti i circoli, ed il circolo romano presane la iniziativa, decretò nella tornata del 25 agosto 1848 un progetto di lettera da inviarsi a tutti i circoli d’Italia, il quale può leggersi per intero nell’Epoca, ch’era il giornale del conte Mamiani, e sottoscritta dall’in allora presidente del circolo marchese Giovanni Paolo Muti. 1

Siccome il detto progetto di circolare è un atto di molta importanza, crediamo di riportarne i due brani seguenti.

«Poichè gli sforzi generosi di una parte d’Italia non giunsero ad ottenere lo scopo, che pure in cuor suo si era prefisso ogni buono, è mestieri che si rinnovi più attiva, più energica, più efficace che mai, l’opera di coloro ch’ebber l’iniziativa di questo movimento nazionale italiano, che poi fu movimento europeo e forse universale.»

» È cosa ben dolorosa il rammentare che niuno si curò della necessaria unità di azione in tutto e in tutti predicata un milione di volte nei giornali, nelle adunanze, nei circoli, e persin nelle Camere. Quest’unità senza la quale (dicevamo or sono due anni) nulla di bene potersi ottenere, quest’unità dì tendenze, di opinioni, d’azione, fu dimenticata come inutile, fu trascurata come opera di secondario momento.»


  1. Vedi l’Epoca del 31 agosto 1848.