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1.° Mamiani conte Terenzio di Pesaro.
2.° Beretta banchiere Cesare di Ancona.1

       Il 1 maggio il circolo romano, in unione di tutti gli altri circoli di Roma, si raccolse nella sala di quello dei commercianti, posta nel palazzo Theodoli al Corso, ove fu discussa e respinta la proposta di un governo provvisorio. In detta riunione venne proposto a primo ministro il Mamiani, che venne poi chiamato da Sua Santità per formare la nuova amministrazione.

In questa epoca dell’anno 1848, e specialmente nei mesi di marzo e aprile, ebbe a verificarsi ciò che dicemmo in principio di questo capitolo sull’alterazione graduale degli elementi che formavano la composizione del circolo, il quale di romano non conservava più altro che il nome; imperocchè vi si ascrissero individui non romani, e che appartenevano a qualunque paese d’Italia. Gli esteri poi di tutte le nazioni vi erano invitati per assistere alle discussioni; e così ancor essi coi loro applausi davan forza e sostegno alle deliberazioni, siccome fanno le tribune nei parlamenti. E che questi elementi, a Roma estranei, avesser già preso la somma direzione nelle deliberazioni del circolo, cel provano luminosamente i nomi degl’indivìdui che fino dal 23 marzo, come dicemmo, sottoscrissero il primo e il terzo indirizzo al Santo Padre per ottenere la mobilizzazione della civica, ed affinchè accettasse la stessa Santità Sua la presidenza della Dieta italiana, i quali indirizzi, quantunque portino tredici firmo, non hanno un nome solo che appartenga a Roma. Ma di ciò si parlerà meglio nel capitolo VII del secondo volume.

Dal circolo romano erano uscite le prime scintille del fuoco che divampò e accese la guerra di Lombardia, ed è tanto vero che ciò conoscevasi puro dal pubblico che, saputasi appena la disfatta dì Cornuda, una turba di popolo si recò sotto le finestre del circolo romano, prorompendo in vociferazioni ed imprecazioni contro i membri del cir-

  1. Vedi la Pallade del 28 aprilo 1848. — Vedi l’Epoca, n. 38.