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sivoglia attentato alla loro indipendenza territoriale e governativa.

» Da ciò sarà agevole il comprendere la disgustosa sorpresa dei Ferraresi all’inopinato ingresso delle truppe austriache, destinate a rinforzare quella I. R. guarnigione, effettuato con tutte le apparenze d’ingresso ostile, perchè i corpi erano preceduti dalle vedette morte, e quelle di cavalleria avevano le carabine alla mano, e la bandiera spiegata, tenendo la via più lunga onde portarsi in cittadella. Nelle attuali circostanze era ben facile avvedersi che siffatto ingresso poteva riguardarsi da que’ cittadini come una vera provocazione, i cui risultati potevano essere assai terribili ed evidentemente compromettenti, se l’autorità governativa, e persone di senno, non fosser concorse con ogni modo di persuasione a ricomporre gli animi gravemente commossi. E fu gran ventura che non avesse luogo in que’ momenti il più piccolo sconcio, poichè l’eminentissimo legato, essendo stato prevenuto del rinforzo delle truppe austriache soltanto nel giorno precedente il loro ingresso, poco o niun agio gli si offriva ad impedirne le probabili conseguenze. E qui senza entrare nella questione di diritto, dirò francamente che, avuto riguardo alla condizione dei tempi e dei luoghi, mi sarei atteso dalla illuminata saviezza dell’I. R. governo una prevenzione più tempestiva a garanzia della pubblica tranquillità in quelle nostre contrade. La quiete per altro mantenuta nel primo ingresso delle truppe di rinforzo, non mi liberava da ogni apprensione pel tratto successivo. Pregai quindi istantemente questo signor ambasciadore ad interessarsi della difficile mia posizione coll’insinuare, com’egli gentilmente mi promise, al generale Radetzky di dare le disposizioni opportune pel mantenimento dello statu-quo. Se poi, non ostante le precauzioni prese, e le pratiche fatte dall’autorità governativa e da pacifici cittadini di Ferrara, nacque l’inconveniente (non ancora bastantemente provato in tutte le sue parti)