Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
della rivoluzione di roma | 269 |
[Anno 1847]
Narrammo nel precedente capitolo come il 17 luglio si presentassero in Ferrara ottocentosessanta Austriaci con tre cannoni, ed alcuni pochi Ungheresi al loro servizio: narrammo ancora la sorpresa e lo sdegno eccitatosi nell’animo dei cittadini per un simile avvenimento; nè poteva essere diversamente sopra tutto in quei tempi.
Ora diremo ciò che occorse posteriormente.
Il primo di agosto un capitano austriaco per nome Jankowich fu insultato, e trovando impedimenti sul suo passaggio si credette obbligato di prendere sei uomini per farsi scortare. Riferì la cosa al comandante austriaco della fortezza di Ferrara maresciallo conte Auersperg, e questi diresse il giorno 6 un dispaccio all’eminentissimo Ciacchi legato della città e provincia di Ferrara per annunziargli: «che d’ora innanzi le truppe austriache avrebber pattugliato in quella parte della città che racchiude le caserme, i diversi alloggi degli ufficiali, il castello, e l’ufficio del comando della fortezza.»
Se ne richiamò il giorno stesso il cardinale legato, protestando per mezzo del notaro Monti. Può leggersi la protesta nel Farini, nel giornale di Roma, non che nel nostro sommario.1