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264 | storia |
che il papa vi dominava in apparenza, ma in sostanza i liberali, pure non avrebbe giammai dovuto muoversi: imperocchè quell’invadere la città senza essere chiamati dalla legittima autorità, e nello scarso numero di otto o novecento soltanto, oltre che non aveva scopo, era un infrangere i trattati e un volerla far da padroni, mostrando agl’irrequieti ch’ossi erano a pochi passi distanti, e che potevano entrare in gran numero quando lor talentasse.
E questo movimento sì intempestivo ed inutile, anzichè abbattere e consternare gli animi dei rivoltosi, riaccese più che mai gli antichi odî contro il nome austriaco, ed avvalorò in essi viemaggiormente la persuasione che in realtà si fosse tramata la congiura di Roma, provocata e sostenuta dall’Austria.
Possiamo dir francamente pertanto che il fatto prenarrato può considerarsi come una sdrucciolata solennissìma del principe di Mettemich; imperocchè con questa mossa mal calcolata, oltre al non aver raggiunto lo scopo in easa di altri, venne ad accendere il fuoco in casa propria; fuoco che venne divampando in Vienna l’anno seguente, come racconteremo a suo luogo.
Diremo di più che con questo sbaglio, oltre all’aver riscaldato viemaggiormente i liberali dello stato pontificio, rattiepidì non solo, ma agghiacciò le sperarne de’ suoi aderenti, e compromise gravemente il pontefice da un lato, e l’austriaco ambasciatore in Roma dall’altro.
Ritornando alle cose di Roma ricorderemo che il 24 di luglio venne costituita una commissione per gli asili infantili,1 e che inoltre vennero eletti da Sua Santità:
Il cardinal Fieschi a legato di Urbino e Pesaro, in sostituzione dell’eminentissimo Ferretti.
Monsignor Camillo Amici, ch’era in allora segretario del Consiglio dei ministri, a segretario della commissione consultiva per le strade ferrate.
Monsignor Corboli Bussi a segretario degli affari eccle-
- ↑ Vedi il Contemporaneo, del 21 luglio 1847.