Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
della rivoluzione di roma | 261 |
Minardi era stato trovato; ma cerca cerca, il Minardi non sì rinvenne giammai, nè si potè verificare il fatto il quale, quantunque per se stesso insignificante, tenne in iscom piglio la città intera. Solo si seppe qualche tempo dopo ch’erasi rifuggito in Toscana ove discoperto, venne arrestato. Il Guerrazzi ne prese le difese con un opuscolo che pubblicò. 1 Ciò non ostante in forza di un trattato reciproco di estradizione ch’esisteva fra i due governi, venne rilasciato a quello pontificio, e ricondotto in Roma per subire il processo.2
I moti del 15 e del 19 luglio, la illegalità delle liste di proscrizione, l’incitamento all’odio verso tutti i capi della polizia e gli agenti di quel dicastero, non esclusi i carabinieri, le manifestazioni di disprezzo e di odio verso i medesimi, non che gli arresti arbitrari che misero il colmo alle illegalità di quei tempi, indussero il nuovo pro-governatore di Roma monsignor Morandi ad emanare il giorno 20 una notificazione nell’intendimento di dannare ciò che si fece in detti giorni, ed esortare il popolo a stare in calma, a non far giustizia da sè, e a ricordarsi «che vi era l’autorità a cui ricorrere.»
Chiudeva la detta notificazione colle parole seguenti:
«Calma dunque, calma, o Romani. Ordine, moderazione! Il governo veglia alla vostra sicurezza: già conosce quanto basta, perchè possa dirvi sinceramente che potete e dovete esser tranquilli; opera a tale scopo colla maggiore energia; siategli uniti come lo foste mai sempre, e la tranquillità, e l’ordine pubblico saranno consolidati perfettamente e fra breve.»3
Anche il cardinal Ferretti emetteva il 21 una notificazione nel medesimo senso.4