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Giunto il giorno 15 ecco tutta la città in movimento per apparecchiare gl’improvvisati quartieri. Formate già le liste dei volontari si apprestavan le armi, e si davan consigli di previdenza e corsoio agli animosi difensori della patria in pericolo. E mentre grida feroci innestavano alle imprecazioni contro i traditori, era un rinchiudersi degli esterrefatti nelle proprie case, e un trepidare di molti o pe’ figli, e per gli sposi, e per i padri loro, che con lodevole e generoso slancio sacravan le lor vite in difesa dei domestici focolari, e della città che die loro Taure di vita. Va di per se che fra gli agnelli fosservi pure dei lupi frammisti. Ma in quei momenti di confusione e di orrore le discrepanze sociali e morali confondevansi. Tutti apparivan di un colore e di un sentimento, e i coraggiosi venivano senza molti scrupoli ammessi. Era se non in tutte le menti il desiderio, in tutte le bocche il grido di voler salvare Pio IX e Roma.

S’immagini ognuno qual effetto tremendo, in tanta concitazione di animi, produr dovessero quelle liste di proscrizione che verso l’imbrunir del giorno vidersi, non si sa come, apparire affisse nelle vie della città, ove designati venivan gli autori presunti della scellerata congiura.1 Ne possediamo una in originale, coi segni superstiti della sua affissione, e stante la sua rarità la trascriviamo per intiero. Essa dice così: 2


AVVISO.


Incarico dell’eminentissimo Lambruschini, e del colonnello Nardoni lasciato agli altri sottoscritti per l’esecuzione di una tragedia popolare.


Infami Esecutori.


Monsignor Grassellini, Governatore.
Colonnello Freddi.
Capitano Muzzarelli.


  1. Vedi Grandoni, pag. 75.
  2. Vedila nel vol. III, Documenti, n. 23.