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zioni delle ire, dei sospetti, e delle organnizzate agitazioni, e sopratutto dalle parole che chiudono il foglietto, e che contengono una impertinente minaccia sotto il titolo di ammonimento. Dicono esse così: «Della pubblica opinione grandemente agitata è questo, o sommo Pio, lo schietto ammonimento

Lo stesso giorno poi in cui dieronsi il pranzo ed il ballo, de’ quali abbiam fatto testè menzione, e che fu il 30 di giugno, recitavasi dal padre Ventura in sant’Andrea della Valle, avanti un uditorio dei più imponenti che siasi giammai visto, la seconda parte dell’elogio funebre di Daniello O’Conncll, e si raccontò che per poco gli ascoltanti, dimenticata la santità del luogo, non proruppero in vivissimi applausi.1

E siccome il padre Ventura nel lodare O’Connell veniva ad ispirare la imitazione delle suo gesta, ed a suggerire fedeltà al papato, non disgiunta da desideri di giuste riforme, e siccome inoltre fu esso il primo che alludendo al movimento romano lo qualificò da agitazione amorosa, vogliam chiudere il presente capitolo, che abbiamo protratto fino al 4 di luglio, riportando il seguente brano del suo elogio di O’Connell. Eccolo:

«Che anzi questo popolo sì buono e sì intelligente, ha perfezionata, direi quasi, la dottrina che l’apostolato di O’Connell ha accreditata in Europa. Roma alla più scrupolosa legalità ha aggiunto l’entusiasmo dell’amore, chiede per mezzo di un’agitazione amorosa, come Irlanda ha chiesto per mezzo di un’agitazione legale, la riforma degli abusi, perchè il tempo e le passioni, come sempre e da per tutto accade, hanno alterato la natura dell’antica costituzione degli stati della Chiesa, che conciliava sì bene l’ordine e la libertà. Poichè il linguaggio di un popolo che ama è impossibile che non sia inteso da

  1. Vedi il Contemporaneo, del 3 e del 10 luglio. — Vedi la Pallade, n. 10; e per il dipiù l’intero elogio stampato in un volumetto in-12 di 144 pagine, pubblicato a spese dell’edit. Filomeno Cairo.