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responsabili che del presente nel cospetto di Dio; voi del presente e dell’avvenire.»1

Quel costui sul quale tanto appoggiavasi il foglietto venne chiarito, e andiamo subito a provare che non altri era se non il tanto odiato dalla rivoluzione cardinale Lambruschini, il quale credevasi o fingevasi di credere allora che ritornar potesse al potere.

Altro foglietto clandestino che portava per titolo chiedete, fu pubblicato in quei giorni;2 ma vi è anche di peggio.

Davasi il 30 di giugno dall’ambasciatore di Austria conte Lutzow, un pranzo a monsignor Romilli arcivescovo di Milano, e furono invitati vari personaggi, fra i quali il cardinal Lambruschini e monsignor Corboli Bussi. La sera poi eran corsi gl’inviti per un ballo in casa Borghese ma non in città, sibbene nella sua villa fuori la porta del Popolo.

Bastò questo perchè i rivoluzionari sognassero essere queste dimostrazioni di letizia o di cortesia un preludio del ritorno al potere del cardinal Lambruschini, e quindi fecero essi spiare il palazzo di Venezia, ed il Ciceruacchio in pieno giorno ebbe l’impudenza di porsi co’ suoi fidi alla porta del palazzo per osservare ed appuntare i nomi delle persone intervenute.

Era questo un procedere incivile non solo e abbominevole, ma compromettente per sè e per gli altri in sonuno grado. (Queste son cose degne soltanto della rivoluzione francese del 1793, e pure si vedevano in Roma nel 1847, epoca in cui voleva farsi credere che in Roma si fosse instaurato il regno della libertà: imperocchè se in qualunque tempo, in qualunque luogo rispettar devonsi le cose che accadono nelle mura domestiche dei privati cittadini, molto più sono da rispettarsi quelle che occorrono nell’intangibile e sacro domicilio dei ministri e degli ambasciatori, perchè ammesse dall’uso, dalla civiltà, rese neces-

  1. Vedi Documenti del vol. II, n. 67.
  2. Vedi Doc. del vol. II, n. 66.