Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. I).djvu/247


della rivoluzione di roma 237

t’Ignazio, appartenente ai padri Gesuiti, e quivi amministrò la comunione agli alunni pel giorno di san Luigi, nel quale non vi si era potuto recare stante la coincidenza col giorno della sua incoronazione.

Grave delitto fu questo agli occhi degli uomini della rivoluzione, perchè avrebber voluto che in seguito di quanto si era detto e scritto contro i Gesuiti il Santo Padre si fosse astenuto dall’intervenirvi; egli avrebbe così somministrato un chiaro argomento di averla rotta del tutto col loro Ordine.1

Agglomeravansi per tale modo i semi di mal umore fra il Santo Padre e gli uomini del movimento, e si diceva pubblicamente essersi egli riavvicinato al partito retrogrado, e posto sotto la influenza del cardinal Lambruschini. E ciò che racconteremo in seguito proverà quanta consistenza avesser presa queste falso voci.

Intanto il 28 di giugno facevasi nella chiesa di sant’Andrea della Valle il funerale pel celebre Daniello O’Connell, ed il famoso e dotto padre Ventura vi recitava la prima parte del suo elogio funebre spirante quei sensi ch’erano in voga allora, e che aggiunsero splendore a quella celebrità che per le sue vaste cognizioni erasi già procacciata.

Il detto elogio funebre pronunziato in un tempo in cui le idee giobertiane assegnavano al elencato il sommo indirizzo del movimento italiano, assicurò al padre Ventura il primato fra i sacri oratori, e ne fecero il campione del elencato liberale in Roma. In seguito di che divenne eziandio l’uomo del consiglio nelle alte e nelle medie regioni, ed a lui quinc’innanzi i liberali di Roma come a lor centro confluivano.

Le idee del Ventura, com’egli stesso ci confessò, propendevano in quel tempo a far dell’Italia una specie di

  1. Vedi il Diario di Roma, del 23 giugno 1847. — Vedi il Contemporaneo, del 3 luglio 1847. — Vedi una litografia esprimente il fatto, nel vol. stampe, e litografie n. 29.