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ripetizione col pubblicare una notificazione, della quale andremo or ora a parlare.

La pubblica stampa entrò nelle più minute particolarità di questa festa. I desiderosi di conoscerle non avranno che a consultare quegli scritti ove possono attingerne le notizie, e che noi indicheremo a pie di pagina.1

Intanto il 18 di giugno, giorno che succedeva alla festa, si dava un lauto banchetto ai deputati dei comuni, venuti in Roma colle bandiere. Il locale scelto fu quello ritenuto dal Ciceruacchio fuori la porta del Popolo. L’altro banchetto di Romani2 e Prussiani ebbe luogo il 20 nei prati di castello fuori la porta Angelica.3

Il giorno 21, ricorrendo la solennità della incoronazione del Santo Padre, vi fu nel palazzo del Quirinale la cappella, dopo la quale tutti i cardinali, i prelati, i capi della milizia, e i rappresentanti delle corti estere vennero come è costumanza a fare le loro congratulazioni al pontefice.

La sera in segno di letizia s’illuminò la città; alla quale festa è bene avvertire non prese parte la rivoluzione, e ciò trovossi naturalissimo, perchè era consacrata non tanto al papa, quanto al sovrano di Roma. La rivoluzione in questo era coerente, perchè non aveva tenerezza pel pontefice Pio IX che, come re o principe dello stato pontificio, avrebbe voluto esautorare, sibbene per Pio IX, perch’era simbolo parola di riconoscimento pel risorgimento italiano.

Relativamente a quanto dicemmo di sopra sulle conseguenze della festa del 17, ed in comprova dell’allarme che non tanto la sua imponenza, quanto la qualità degli elementi che vi presero parte suscitar doveva, venne

  1. Vedi il Diario di Roma, del 19 giugno 1847. — il Contemporaneo, n. 25. — il Roman Advertiser, n. 35. — la Bilancia n. 13. — l’Educatore, alla pag. 99. — il Ranalli, vol. I pag. 105. — il Farini, vol. I pag. 194 terza edizione. — il Grandoni, pag. 59. — il vol. XV delle Miscellanee n. 4. — il vol. II Documenti, dal n. 48 al n. 61.
  2. Vedi la Pallade, n. 8.
  3. Vedi la Pallade, n. 5. — il Diario di Roma del 22.