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della rivoluzione di roma | 227 |
forse li consideraron come peccadillos della rivoluzione non meritevoli di essere ricordati. E pure, se ben si considera il tutto, non era a passarsene, imperocchè ciò farebbe toccar con mano quanto poca libertà di azione abbia chi governa in tempi consimili, in guisa che, se non si ha la forza di romperla una volta, diviene una necessità, volendo o non volendo., il governare secondo il libito della piazza.
Tenutosi l’11 di giugno il concistoro segreto dal Santo Padre, oltre all’avere provveduto a tre chiese vescovili, vi pubblicò pure i seguenti cardinali di santa Chiesa.
Monsignor Pietro Giraud arcivescovo di Cambray, e Giacomo M.ª Antonio Celestino Dupont arcivescovo di Bourges.
Monsignor Giuseppe Bofondi decano della sacra Rota romana.
Monsignor Giacomo Antonelli tesoriere della reverenda Camera apostolica.1
Recossi il Santo Padre nel giorno seguente al convento de’ santi XII Apostoli, e vi promulgò il decreto sulle virtù eroiche esercitate dal servo di Dio Antonio Lucci vescovo di Bovino.2
Il giorno 14 venne pubblicato il motu-proprio del 12 sul Consiglio dei ministri.3
I circoli, i faccendieri politici gridaron contro il detto motu-proprio, perchè il gridare contro tutto era all’ordine del giorno, ed i giornali ancora ne fecer la critica.4
II consiglio dei ministri componevasi come segue:
Cardinal Gizzi, segretario di stato, presidente del Consiglio de’ ministri, ministro dell’interno e degli affari esteri ecclesiastici e secolari.
- ↑ Vedi il Diario di Roma del 12 giugno 1847. — Vedi il vol. I, Motu-propri ec, n. 10, A.
- ↑ Vedi il Diario di Roma del 19 giugno 1847.
- ↑ Vedi l’intero Motu-proprio nel Diario di Roma del 15 detto, non che nel vol. I, Motu-propri ec, n. 11. — Vedi il vol. II, Documenti.
- ↑ Vedi il Contemporaneo n. 29 e la Bilancia n. 14 e 17.