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perchè denotano la impotenza in allora del partito moderato, ed apron la strada a meglio spiegare quegli avvenimenti che si svolsero in seguito.

Il giorno 5 di maggio fu rimarchevole, perchè come festa di san Pio V, si volle onorare il nome di Pio assunto dal pontefice, con una dimostrazione notturna che provocò al solito la benedizione del Santo Padre.

La mattina vi era stata gran musica nella chiesa di santa Maria degli Angeli, ove l’arcidiacono Lorini recitò una orazione panegirica.1

La sera poi mentre sul Quirinale davasi dal Santo Padre la benedizione al popolo romano, nel casino dei particolari al palazzo Costa al Corso davasi un banchetto ove il professore Orioli recitò un discorso.

Sulla festa del 5 di maggio potranno leggersi a piè di pagina gli stampati, ove si riportano le più minute particolarità alla medesima relative.2

Sogliono i papi recarsi il giorno dell’Ascensione nell’arcibasilica lateranense per assistervi alla messa solenne, e quindi dalla loggia ch’è sulla facciata della chiesa e che guarda la campagna romana e i colli albani, compartire al popolo romano la benedizione.

Ricorreva nel giorno 13 maggio ad un tempo e la festa dell’Ascensione, ed il giorno natalizio del pontefice.

La festa solenne che teneva il popolo in libertà, esonerandolo dalle occupazioni dei giorni feriali, la stagione dolce di primavera, e la situazione incantevole ove recarsi doveva il papa, inebriarono siffattamente i Romani, che vollero dargli una solenne riprova del loro affetto, concorrendo tutti nel luogo ove per compiere al suo sacro ministerio di pontefice e vescovo di Roma recarsi doveva. E certamente nè più bella nè più opportuna occasione

  1. Vedi l’orazione panegirica del Lorini intitolata: La religione e i pontefici Pio V, Pio VII, e Pio IX, nel vol. II, Miscellanee, n. 8.
  2. Vedi le Notizie del giorno del 6 maggio 1847. — l’Italico n. 12. — il Contemporaneo, n. 19. — il Documento n. 39. nel vol. II.