Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
206 | storia |
CAPITOLO XIII.
[Anno 1847]
Banchetto pubblico sul monte Esquilino alle terme di Tito il 21 di aprile pel natale di Roma. — La festa di san Pio V il 5 maggio. — Dimostrazione il 13, giorno natalizio del Santo Padre. — Altra imponentissima il 17 di giugno, anniversario della elezione del pontefice. — Nuovo coro di Sterbini: Scuoti, o Roma, la polvere indegna. — Pompe e servizi funebri dal 20 aprile alla fine di giugno 1847, fra le quali lo più notevoli furon quella pel cardinale Polidori il 26 aprile, quella pel cardinale Micara il 27 maggio, e quella per l’abate Borghi il 30. — Il nuovo giornale la Bilancia del professor Francesco Orioli avversato dal Movimento. — Tenerezze degl’Inglesi pel papa salito in credito perchè principe riformatore. — Il marchese Dragonetti. — Brevi cenni sulla sua vita. — Tentato e non riuscito allontanamento del medesimo, e sue cause. — Concistoro dell’11 giugno, nel quale creati quattro nuovi cardinali. — Motu-proprio sul Consiglio dei ministri del giorno 12. — Notificazione del cardinal Gizzi del 22 contro le dimostrazioni popolari. — Il Santo Padre amministra la comunione al collegio romano il giorno 27. — Agitazione in Roma fra vetturini abruzzesi e romani, fra cristiani ed ebrei, fra lavoranti e padroni. — La festa di san Pietro il 29; foglietto clandestino d’indole minacciosa pel Santo Padre, affisso in città. — Pranzo il 30 al palazzo di Venezia per monsignor Romilli arcivescovo di Milano, interpretato malignamente per il ritorno del cardinal Lambruschini al potere. — Ciceruacchio e consorti spiano i convitati. — Ballo la sera in villa Borghese preso sinistramente dai progressisti, e minaccie perfino di dar fuoco al palazzo. — Elogio di O’Connell fatto dal padre Ventura in sant’Andrea della Valle nei giorni 28 e 30 giugno.
Comecché narrando la festa per la Consulta di stato
noi Siam giunti al giorno 22 di aprile, pure ci è forza
tornare due giorni indietro per narrare un banchetto di
circa duecento persone, che volle darsi il giorno 20 dagli
abitanti della città Leonina ai bastioni di santo Spirito, e
precisamente in sant’Onofrio sotto la quercia del Tasso,
ai rappresentanti dei rioni di Roma.