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come si vedrebbe un orologio bello e fatto. A noi piace di studiare la verità, studiando e investigando di tutto l’interno macchinismo e le molle nascoste.

Ma vi è di più. La Rivista del 30 ci dette una descrizione della festa, dicendoci: che saputasi appena dai cittadini la circolare, nacque in tutti il desiderio di festeggiarla, e che la sera numerosissimo stuolo di cittadini, da caldo amore di gratitudine ispirati, si radunarono nella piazza del Popolo, ed ivi, muniti tutti di accese faci, preceduti da scelta banda militare, mossero in bell’ordine seguendo la via del Corso al Quirinale.

Ci dice il poeta Lucrezio che gli atomi vaganti da secoli infiniti nella immensità dello spazio, dopo essersi sbattati e risbattuti, finalmente, per un favorevole accozzamento, vennero formando per caso questa macchina così bene ordinata che chiamasi mondo.

Domandiamo or noi se la narrazione della Rivista sulla festa del 22 di aprile non presenta qualche cosa di simile al romanzo del poeta filosofo? E il nostro Giornale Ufficiale faceva poco men che l’eco alla Rivista! Povera storia come fosti tradita, e quanti e quanti ledendoti credevano di vedere chiaro, ed eran nelle tenebre le più profonde!

Non sente del prodigio di fatti quel muoversi tutti ad un tempo come una macchina ordinatamente verso un centro comune, e tutti con torcie accese ordinarsi e reggimentarsi a drappelli, e incedere processionalmente verso un dato punto?

E perchè non dirci la verità, informandoci che scoperto appena da chi dirigeva il movimento d’allora la emanazione della circolare in discorso, vennero trasmessi gli ordini per la organizzazione della festa, e che gl’invitati, obbedendo tatti a questi ordini, recaronsl sulla piazza del Popolo ove poi la processione e la festa si venne formando e coordinando, come poi formata e coordinata tutti la videro?

Il Ranalli almeno è più sincero, e ci dice chiaramente: «che la Consulta di stato era riguardata come preludio di