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CAPITOLO XII.

[Anno 1847]


Legge sulla stampa, e impressione che produsse in Roma. — Cose occorse dal 15 marzo al 20 aprile 1847. — Apertura di alcuni casini, o circoli. — Circolare del cardinale Gizzi segretario di stato, del 19 aprile, sulla Consulta di stato. — Conosciuta appena, e prima ancora che fosse pubblicata officialmente, si volle festeggiarla con solenne dimostrazione la sera del 22 sul Quirinale. — Il Ciceruacchio la recava trascritta in un grosso cartello.


Roma era lanciata nella vita pubblica, la stella polare era la politica, e ad essa l’attenzione pressochè universale era rivolta.

A questo fine gli elementi interni non iscarseggiavano, ma gli esterni, formati in gran parte dagli amnistiati e dai loro amici, non potevano più contenersi. Il regno del pensiero era instaurato, e forza umana non sarebbe riuscita ad arrestarne la potenza irresistibile.

In Roma avevansi gli uomini nuovi della rivoluzione, ed i vecchi convertiti a più moderate opinioni, come gli Armandi, gli Orioli, i Silvani, i quali erano stati i direttori supremi della rivoluzione del 1831.1 Questi rappresentavano la parte che trattener voleva il movimento affinchè non trasmodasse, e con questi andava di conserva il d’Azeglio, che chiamavano il factotum del giusto mezzo.

Gli Sterbini poi, i Masi, i Dragonetti, i Torre, i Gazòla, i Canino, i Matthey, i Zauli-Saiani, avrebber voluto il progresso indefinito. Andare avanti era il loro motto, spingere alla rivoluzione il lor desiderio.


  1. Vedi la Storia della rivoluzione di Romagna del 1831, di Antonio Vesi. Firenze 1851, voi. I, in-12.