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esistevano consorterie politiche numerosissime, sotto il nome di Eterie, e con fini decisamente progressisti e liberali, e sopra tutto a Costantinopoli, in Alessandria, al Cairo, e in Salonicco. E in questi luoghi venivansi celebrando e feste, e dimostrazioni, e cantate, e banchetti, con iscrizioni, e stemmi di Pio IX, e armi, e trofei ed emblemi allusivi al risorgimento italiano, e più tardi, perfino con coccarde tricolori;1 tutte le quali cose indicavano abbastanza come vi fosse unità di scopo, e legami di affratellamento fra i nostri di qua e quei di là, e questa unità di scopo, come si vedrà in appresso, andava a risolversi nella repubblica universale da costituirsi in tutta l’Europa.

Considerando poi come in quel tempo reggeva la somma delle cose in Costantinopoli il famoso Reschid Pascià, ministro riformatore e filosofo, protetto, se pure non vogliasi riguardarlo come quasi creatura del governo inglese, dovemmo convincerci che quei centri d’Italiani colà residenti e tra loro collegati abbian prevalso mediante abilissimi mediatori sull’animo, o del sultano stesso del suo primo ministro, onde indurlo a ordinare questa missione, il cui effetto non poteva non riuscire vantaggiosissimo alla causa italiana, perchè tutti avrebber detto: «Vedete i vantaggi immensi che la politica savia e liberale di Fio IX produce! Anche il Turco si piega a fargli omaggio. Lo stesso Oriente ne esulta! Vedete come le azioni buone e generose facian sentire il controcolpo perfin negli Sciti trapiantati nelle regioni orientali

Tutto ciò molto astutamente immaginato, non poteva non conferire maggior forza e vigore e ascendente in Pio IX, perchè siccome voleva farsi di lui l’istrumento della unione e rigenerazione italiana, la grandezza presente di Pio IX predisponeva le cose, perchè valeva grandezza futura d’Italia.


  1. Vedi il Corriere livornese (giornale di Guerrazzi) anno I, numero 23, anno II, numero 73. -— Vedi la Pallade, numero 91 anno 1847. — Vedi l’Epoca numero 7 pag. 26. — Vedi Documenti, vol. IV, num. 47.