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CAPITOLO XI.

[Anno 1847]


Feste del primo dell’anno 1847. — Processione al Quirinale. — Nuovo coro del Magazzari. — Cantata la sera nella gran sala del Campidoglio. — Disposizioni governative. — Banchetti a Massimo d’Azeglio e Cobden. — Deputazione inglese al Santo Padre. — Discorso dell’Harford presidente della deputazione, e risposta di Sua Santità. — Ricevimento di Chekib Effendi inviato ambasciatore della Porta Ottomana al Santo Padre. — Suo discorso e risposta fattagli dal papa. — Altre disposizioni governative fino alla metà di marzo 1847.


Quella rivoluzione che narrando i fatti del 1846 vedemmo ancor bambina, quella medesima vedremo nel fiore della sua giovinezza l’anno 1847; del quale anno ora siamo per narrare gli avvenimenti. La vedremo poi matura nell’anno 1848, e finalmente, non pel peso degli anni, ma affranta dalle proprie intemperanze, la vedremo morire, ed assisteremo al suo funere nell’anno 1849.

Ricorreva il 1 di gennaio, giorno sacro agli auguri di un anno felice, che tale da molti ritenevasi in buona fede dovere riuscire l’anno 1847.

Come già accennammo in occasione della esaltazione al cardinalato di monsignor Marini, su di che può vedersi la data del 21 decembre 1846, preparavasi una festa popolare che la mattina, sul meriggio, si eseguì. Essa fu precisamente di quelle preordinate, e che costituivano l’agitazione chiamata festosa dal Farini, e qualificata poscia dal padre Ventura coll’appellativo di agitazione amorosa.

Il punto di riunione, al solito, la piazza del Popolo. I veri capi invisibili, ma i soliti. Dovevan farne parte tutti gli universitari, molti amnistiati, i frequentanti il caffè delle Belle Arti, parecchi artisti valenti, e alcuni mani-