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Diciamo ciò perchè moltissimi credono che tutto a Roma si faccia nell’ombra e nel mistero senza revisione, senza controllo, senza discussione preventiva né rendiconto successivo.

Vanno errati: perchè l’amministrazione in Roma è impiantata alla francese. Si hanno e preventivi e consuntivi, e tabelle di merci che si estraggono e s’introducono. Vi è revisione, vi è controllo, ed una delle prime cure di Pio IX fu quella di ingiungervi i consultori per le finanze come diremo fra poco. Ma quest’amministrazione alla francese introdotta dal barone Janet sotto l’impero, e rispettata dal cardinal Consalvi sotto Pio VII, è anzi una delle piaghe dello stato, perchè ha reso gigantesca presso di noi la Burocrazia, ch’è una delle malattie insanabili di tutti gli stati ammodernati.

Circa poi ai debiti che gravano lo stato pontificio, hanno ragione di gridare gl’Inglesi, i Francesi ed i rigenerati Piemontesi. Quest’ultimi sopratutto, che andando in cerca di un governo a buon mercato, sonosi invece trovati costretti di contrarre in pochi anni, imitando gl’Inglesi lor protettori, dei debiti per oltre un cinquecento milioni di franchi; ed 1 Francesi il cui debito pubblico presenta una cifra spaventosa.

Gl’Inglesi poi che gridan più forte di tutti, in fatto di debito pubblico sono maestri, e quindi hanno ragione di parlarne ex cathedra.

Abbiamo sott’occhio lo stato dell’amministrazione inglese dell’anno 1833 dal quale rileviamo che pel debito pubblico pagaronsi Lire 28,351,352, 18 ½ sterline, sulle quali i soli interessi del debito permanente ammontano alla cifra spaventosa di L. 23,982,044, 9, 7 ½, sterline che al tre per cento rappresentano un capitale di lire sterline settecentonovantanove milioni quattrocentomila, L. 799,400,000, ossiano tre miliardi settecento venti milioni di scudi romani (3,720,000,000). E detti 23 milioni e 982 mila lire sterline, che il governo inglese paga annualmente, son tutti