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I prestiti pertanto che dall’anno 1831 all’anno 1846 vennero contrattati all’estero, e che costituirono un nuovo debito del governo pontificio, furono i seguenti:


Prestito del 15 dicembre 1831 colla casa Rothschild di Parigi sc. 3,000,000 a 65 meno spese sc. 1,818,091
Altro come sopra del 10 agosto 1832 » 3,000,000 a 72 ½ idem » 1.990,362
Altro come sopra del 18 settembre 1833 » 3,000,000 a 82 idem » 2,874,000
Altro come sopra del 25 marzo 1837 » 1,000,000 a 92 ½ idem » 925,000
Altro come sopra del 30 agosto 1837 » 2,000.000 a 92 ½ idem » 1,850,000
Altro come sopra del 4 aprile 1845 sui beni dell'Appannaggio » 3,750,000 alla pari » 8,750,000
Altro con la casa Torlonia di Roma e Parodi di Genova del 20 gennaio 1846. » 2,000.000 a 95 meno spese » 1,860,000
Totale sc. 80.17,750,000 sc. 14,567,453 1

Di tutti questi prestiti i più rovinosi furono i primi due, ma sparirà la sorpresa ove si consideri che furon trattati per necessità, e mentre appunto lo stato pontificio era in isconvolgimento perchè la rivoluzione scoppiò nel febbraio 1831, fu soffocata dagli Austriaci nel mese di marzo, e poi si riaccese nella state del 1832; cosicchè può dirsi fondatamente che gli stati della Chiesa in detti due anni si trovassero in rivoluzione. Perciò i sovventori, i quali poi, come ebrei, non eran tenuti a credere alle divine promesse fatte da Gesù Cristo a san Pietro sulla stabilità della Chiesa cattolica, imposero quelle condizioni più onerore che venivano giustificate dalla natura dei tempi

  1. Estratto il tutto dal rapporto dell’avv. Delfini, presidente della commissione di finanze del Consiglio dei deputati del 1848. Vedilo nel volume Studi Amministrativi ec. pag. 11.