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ai lettori | 7 |
Storia, giudicheranno di per sè stessi de’ pregi di che ella va adorna.
Solo mi permetto rivolger loro un consiglio, o piuttosto una viva preghiera.
I lettori, le cui opinioni politiche fosser differenti da quelle professate dal mio buon padre, non si arrestino alla prima pagina, nè gettino lungi da loro il libro sol perchè la mente dell’autore mal si accorda co’ loro pensieri. Le opere non vanno giudicate (massime a questa età che ha in giusto aborrimento l’intolleranza) dopo la lettura di poche linee preliminari, ed alla stregua delle opinioni politiche dell’autore che le dettava; sì bene dopo la intiera e attenta lettura di esse e tenendo conto del valore intrinseco che le informa e le rende pregiate.
La storia politica poi, che è la fedele narrazione degli avvenimenti sociali ch’ebber luogo in un dato tempo ed in un dato paese, allora è buona e degna di lode quando l’autore fu diligente nel raccogliere i vari fatti, ed esatto e veritiero nel ricordarli alle generazioni presenti, e nel tramandarne la memoria a quelle avvenire, affinchè così le une come le altre ne traggano utili ammaestramenti al viver civile.
Ora questi pregi non mancano, per fermo, alla Storia compilata da mio padre; ed essi son per sè sufficienti a raccomandarne la lettura e lo studio anche a coloro che fossero di opinione politica diversa dalla sua. Ai quali poi non credo dover tacere tre cose che, a mio vedere, debbono essere ricordate siccome quelle che sono della massima importanza per uno scrittore d’istorie.
La prima è che mio padre fu dotato d’animo, oltre ogni dire, leale e sincero, di che possono fare testimonianza i molti suoi amici ancora superstiti; la seconda che egli fu mai sempre onestissimo; la terza infine è che la sua condizione sociale era del tutto