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Pochi momenti prima all’insaputa della popolazione, e direm quasi per sorpresa, si vide muovere dalla piazza del Popolo una processione composta di giovani con faci accese e recarsi al Quirinale. Era la vigilia di san Giovanni ed il Santo Padre chiamandosi innanzi il pontificato Giovanni, si vollero con ciò anticipare nella vigilia le felicitazioni per la sua festa. Benedì il Santo Padre, come al solito, chi trovavasi sulla piazza del Quirinale. La stagione invernale però, e la coincidenza coll’apertura dei teatri, ne fecero una dimostrazione di non molta importanza, ed alla quale la vera popolazione romana prese poca, o niuna parte, quantunque vi si associasse qualche persona ragguardevole.

L’ultimo atto governativo che chiuse l’anno 1846, fu una circolare dell’eminentissimo Gizzi, contenente alcune disposizioni in favore dei dementi.1

Prima di chiudere per parte nostra l’anno 1846, diremo però alcun che sullo spirito delle provincie, ove intanto eransi operati dei cambiamenti nel personale dei legati, che eran preposti a governarle.

In Bologna difatti fu sostituito all’eminentissimo Vannicelli il cardinale Amat.

In Ferrara il cardinale Giacchi al cardinale Ugolini, e nella provincia di Urbino e Pesaro fu inviato il cardinale Ferretti in sostituzione del cardinale Della Genga.

Piacquero in genere questi cambiamenti nelle provincie perchè più consentanei ai loro desideri. Ora dunque diremo che quell’ammansimento degli animi che noi con vera effusione di cuore preconizzavamo, siccome conseguenza a sperarsi dall’atto del perdono, si venne a verificare in quel tempo, ossia nel secondo semestre 1846, nelle Provincie settentrionali dello stato pontificio. Esse ne furono soprammodo allietate, e ne avevano ben ragione, imperocchè, avendo in esse più che nelle altre provincia allignato i germi di ostilità alla sede di Pietro, ebbero un numero maggiore di compromessi nelle rivolture pas-

  1. Vedi il vol. I, Motu-proprio, n. 6.