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Padre bagnati non solo, ma grondanti d’acqua era egli presumibile che, per un oggetto simile, non volesse compiacerli?

Il secondo perchè parve esagerata tanta smania per lo studio in un momento come quello nel quale, se poco studiavano nei giorni feriali, tanto meno avrebbero studiato la festa.

Il terzo per il modo col quale fu domandata la grazia. Difatti fosse stata pure una bellissima giornata, quel presentarsi improvvisamente al sovrano in numero di duecento circa ebbe meno l’apparenza di un richiedere sommesso, che quella di volere esercitare una pressura, se pure non voglia chiamarsi violenza. Ma di ciò basti.

Aveva Sua Santità ricevuto la mattina in udienza il principe di Chimay inviatole espressamente per complimentarla da parte di S. M. il re dei Belgi.1

Il giorno 10 fu memorando per una terribile inondazione del Tevere, le cui aicque in seguito delle pioggie stemperate dei giorni antecedenti, e della fusione delle nevi cagionata dal continuato spirare dei venti australi, salirono a metri 16, 25 sopra il pelo delle acque basse, cosicchè non fu inferiore che di centimetri 17 a quella famosa del 1805.

Mercè i provvedimenti adottati dall’autorità non vi furono gravi disastri, nè perdite di vite da deplorare. Si provvide a tutto; l’operosità in molti fu tragrande, esemplare. Si adoperarono molto il principe Aldobrandini, e il cav. Don Giovanni dei principi Chigi, e lo stesso Ciceruacchio fu uno dei più attivi, ed operosi, e salvò molti miseri dalla fame. Ottenne anche la debita lode in quella occasione il principe Borghese per le sue elargizioni.2

Siccome peraltro la sospensione del lavoro ed i guasti cagionati dalle acque produssero danni non pochi, una commissione venne eletta da Sua Santità il giorno 11 per

  1. Vedi il Diario di Roma del 15 decembre 1846.
  2. Vedasi il Diario del 12. L’Album n. 43. dell’anno 1846 pag. 357. La storia del Ranalli, vol. I, pag. 77. Il primo numero di saggio del Contemporaneo’, 12 decembre 1846.