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della rivoluzione di roma | 105 |
D’altra parte la circolare sovraccitata, ch’era un atto governativo diramato alle autorità delle provincie, non fu conosciuto a Roma con certezza che dopo la metà di ottobre, tanto più che, come accadde alle circolari di segreteria di stato del 14 luglio, la loro promulgazione ebbe luogo otto o dieci giorni dopo. Sul finire di ottobre dunque si pensò a prendere la rivincita sull’atto ostile alle dimostrazioni, e questo fu nella prima occasione che presentavasi propizia il giorno 4 novembre successivo. Di ciò parleremo sotto quella data.
L’atto anzidetto metteva in chiaro evidentemente l’intenzione del governo, e slam certi che la popolazione romana vi si sarebbe uniformata se non fosse stata posta sotto l’influenza degli astuti agitatori. Egli è a sapersi dunque ch’era stata così bene ingannata, e si manteneva sì fattamente in errore dal partito della rivoluzione, che se le fece credere che atti di tale natura non muovevano dal pontefice, e che emanavano invece da quel partito vecchio e sdruscito, come chiamavanlo, che voleva contrariarlo, sicchè molti credevano in buona fede far cosa gradita al Santo Padre, mostrandosi caldi festeggiatori de’ suoi atti, quasi dicessero: Santo Padre non temete, ci siamo noi che conosciamo le vostre intenzioni benevole e le arti subdole dei vostri nemici.
Pei promotori poi era di un interesse sommo il mantenere in inganno la popolazione di Roma, e il trovare così un appoggio per disobbedire al pontefice.
Ricordiamci che ciò che pareva festa era rivoluzione, e ohe pacifica per allora bensì, ma rivoluzione voleva farsi: che altro modo non vi era per ottenere dal governo concessioni e riforme, e che quindi il dlsobbedire era pei rivoluzionari una politica e vitale necessità.
Prima di procedere innanzi preghiamo i nostri lettori di fare avvertenza che noi non intendiamo di censurare (perchè questo non è, nè dev’essere l’officio nostro), nè di giudicare della necessità o sconvenienza di ricorrere a qual-