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della rivoluzione di roma | 99 |
Il 12 settembre l’Accademia di archeologia fece eseguire una messa di requie per l’anima di Gregorio XVI nella chiesa della romana università. Il discorso fu del commendatore P. E. Visconti. Furono sincere le lamentazioni dell’archeologo perchè di vero Gregorio amava, coltivava e proteggeva l’archeologia.
Il giorno 17 Sua Santità visitò il museo Campana sullo stradone di san Giovanni in Laterano; il 29 san Michele a Ripa; il 4 ottobre il convento de’ santi Domenico e Sisto, e il giorno 7 recossi in Albano; e, siccome il popolo lo attese al suo ritorno, ne venne benedetto al solito dalla loggia del Quirinale.1 Avea poi tenuto concistoro segreto per tre vescovati.2
Il cardinale Gizzi poi, nella sua qualifica di segretario di stato, emise una circolare per limitare ad un sesto i sequestri a carico degl’impiegati. Ciò il 17 settembre.
Nel detto giorno pubblicavasi il programma del giornale il Conemporaneo, il quale poi venne in luce il 2 gennaio 1847. Questo giornale fu quello che per il primo venne compilato per rappresentare la rivoluzione papalina, e ne fa promotore monsignore Carlo Gazòla parmigiano o piacentino, quello stesso di cui parlammo sotto la data del 16 luglio. Gli altri compromotori furono:
Torre Federigo di Benevento, che fu poi membro dell’assemblea costituente e sostituto nel 1849 al ministero delle armi.
Il marchese Potenziani Ludovico, ricco possidente di Rieti e dotto per istudl di agricoltura ed economia politica.
Il dottore Luigi Masi di Perugia, segretario del principe di Canino, poeta e letterato di vaglia, e che nel 1849, figurò alla testa di una legione e prese sempre la parte più attiva in tutta la rivoluzione romana.
Il dottore Pietro Sterbini di Vico, amnistiato politico