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98 | storia |
siccome uno stromento utile e pieghevole nelle loro mani, non che prenderlo e ritenerlo sotto la loro tutela per dirigerne le parole e moderarne i fatti. E quindi il giovane Tommasoni ne tesseva la biografia; 1 un tale Giraldi ne pubblicava le parole; 2 il Guerrini, il D'Azeglio, e il poeta Masi lo avvicinavano non solo, ma ne facevano un loro compagno. E se più tardi lord Minto esercitò per esso la sua gelida musa, non fu a meravigliarsene, perchè effettivamente fu tanto strombazzato il nome del Ciceruacchio che gl’Inglesi, i Francesi ed i Russi, che recavansi in Roma, se amavan di vedere Pio IX e il cardinal Gizzi, volevan tutti conoscere pure il Ciceruacchio.
Del resto il Ciceruacchio era un uomo più che volgare, d’un bell’aspetto, possedeva franche e risolute maniere; e, comecchè agiato abbastanza stante i suol negoziati in foraggi e trasporti che con profitto esercitava, passava per essere soccorrevole ai miseri della sua classe, e su di essi per necessità esercitare doveva un ascendente. Ed appunto perchè dominar sapeva i popolani d’indole riottosa e manesca, sapeva assai bene recitare la sua parte nei trambusti, veri o fittizi che fossero, e quale nuovo Menenio Agrippa recavasi a calmare con grossolane parole la plebe concitata e sommossa, e agevole riuscivagli o col discorso, o coll’invito ad una svinazzata di ricomporla nella pristina calma; dopo di che compiacevasi nel ricevere le congratulazioni che a lui, come ad un pater patriæ, tributavansi, e che il fecer salire in fama di uomo abile e necessario per mantenere la quiete della città.
Dopo di ciò non avremo da registrare gravi avvenimenti nel mese che decorse fra la festa dell’8 settembre e la circolare Gizzi dell’8 di ottobre, la quale ci chiamerà a lunghi commenti nel capitolo seguente. Passiamo dunque a parlare di alcune cose che pur ci sembrano meritevoli di ricordanza.