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fede è il suo nemico, e cerca riparo nella forza e nella indipendenza della ragione individuale; gli universali, gli enti, le quiddità lo infastidiscono della metafisica, e cerca la sua base nella psicologia, nella coscienza; il soprannaturale, il sopramondano offende il suo intelletto adulto, e vi oppone lo studio diretto della natura, la fisica nel suo senso più generale, le scienze positive; al gergo scolastico cerca un antidoto nella precisione delle matematiche, nel metodo geometrico; ai misteri, alle cabale, alle scienze occulte, alle astrazioni oppone l’esperienza rischiarata dall’osservazione, la percezione chiara e distinta, l’evidenza della coscienza e del senso; alla società in quello stato di corruzione oppone l’uomo integro e primitivo, la natura dell’uomo, dalla quale cava i principii della morale e del dritto. Questo è lo spirito della nuova scienza: naturalismo e umanismo, fisica e psicologia. Cartesio in maschera di Platone porta la bandiera.

Ma non inganna Vico, che gli strappa la maschera. Tu non sei che un epicureo. La tua fisica è atomistica, la tua metafisica è sensista, il tuo trattato delle Passioni par fatto più per i medici che per i filosofi: segui la morale del piacere. Combattendo Cartesio, la quistione gli si allarga, attinge nella sua essenza tutto il nuovo movimento. Anch’esso è un’astrazione. È un’ideologia empirica, idea vuota, e vuoto fatto. L’importante non è di dire: io penso; la grande novità! ma è di spiegare, come il pensiero si fa. L’importante non è di osservare il fatto, ma di esaminare come il fatto si fa. Il vero non è nella sua immobilità ma nel suo divenire, nel suo farsi. L’idea è vera, colta nel suo farsi. Il pensiero è moto che va da un termine all’altro, è idea che si fa, si realizza come natura, e ritorna idea, si ripensa, si riconosce nel fatto. Perciò verum et certum, vero e fatto sono convertibili, nel fatto vive il vero, il fatto è pensiero, è scienza, la storia è una scienza, e come ci è