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complice di Campanella, era tenuto prigione. Moltiplicarono i trattati di giurisprudenza, massime nella seconda metà del secolo. Alberico gentile nel suo libro De iure belli fa già presentire Grozio, e gli è vicino per forza speculativa Alessandro Turamini, che scrisse De Pandectis. Tra gl’interpreti del dritto romano sono degni di nota l’Alciato, l’Averani, il Farinaccio, il Fabbro. Fondatori della storia del dritto furono il gran Carlo Sigonio, come lo chiama Vico, e il Panciroli maestro del Tasso.

Pubblicarono lavori non dispregevoli di cronologia lo Allacci, il Riccioli, il Vecchietti. Comparivano storie venete, napolitane, piemontesi, pisane, il Nani, il Garzoni, il Summonte, il Capecelatro, il Tesauro, il Ranieri, cronache più che storie, volgari di sentimento e di stile. In Roma naturalmente si sviluppava l’archeologia. Il Fabbretti di Urbino scrivea degli acquidotti romani e della colonna traiana, e pubblicava in otto serie quattrocento trenta iscrizioni dottamente illustrate. Moltiplicavano le compilazioni, le raccolte, come sussidio agli studiosi. Il Zilioli scrisse l’ Indice di tutt’i libri di dritto pontificio e cesareo, e il Villetti in ventotto volumi il Trattato iuris universi. Avevi già annali, giornali, biblioteche, cataloghi e simili mezzi di diffusione. Vittorio Siri aveva pubblicato il Mercurio politico e le Memorie recondite, l’Avogadro il Mercurio veridico. Il Nazzari cominciò a Roma nel 1668 il Giornale de’ Letterati, e il Cinelli pubblicava la Biblioteca volante, una specie di storia letteraria. Comparivano gli Annali del Baronio, le Vite de’ Papi e Cardinali del Ciacconio, la Storia generale de’ Concilii di Monsignor Battaglini, la Storia delle eresie del Bernini, la Napoli Sacra di Cesare Caracciolo e la Sicilia sacra del Pirro, liste e notizie di Vescovi, la Miscellanea italica erudita del Padre Roberti, la Biblioteca selecta e l’Apparatus sacer