Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
― 280 ― |
Di scena in scena van, di coro in coro,
Si veston di letizia e di martoro,
Dal comico fatal libro ordinate.
In questa commedia universale l’uomo spesso segue più il caso che la ragione:
Chè gli empii spesso fur canonizzati,
Li santi uccisi, ed i peggior tra noi
Principi finti contro i veri armati.
Principi veri sono i savii:
Neron fu re per sorte in apparenza,
Socrate, per natura in veritate.
Non nasce l’uom con la corona in testa,
Come il re delle bestie...
E se non fossero i savii, che sarebbe il mondo?
Se a’ lupi i savii, che il mondo riprende,
Fosser d’accordo, ei tutto bestia fora.
La vera nobiltà nasce non dal sangue e non dalla ricchezza:
In noi dal senno e dal valor riceve
Esser la nobiltade, e frutta e cresce
Col bene oprare.
Il savio è re, è nobile; il savio è libero. La plebe è serva per la sua ignoranza:
Il popolo è una bestia varia e grossa,
Che ignora le sue forze...
Tutto è suo, quanto sta fra cielo e terra
Ma nol conosce; e se qualche persona
Di ciò l’avvisa, e’ l’uccide ed atterra.
Quest’apoteosi della scienza è congiunta con un vivo sentimento del Divino, anzi la scienza non è che il Divino, il Senno eterno, che comunica alla Natura i suoi attri-