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filosofo al Cristo, che il terzo giorno spezzando la pietra, risorge. Il carattere era pari all’ingegno. Dietro al filosofo ci era l’uomo.

Telesio è detto da Bacone il primo degli uomini nuovi. Ma la novità era già antica di un secolo, e Telesio che avea fatto i suoi studii a Padova, a Milano, a Roma, professato a Napoli, quando, stanco di lotte e di persecuzioni, deliberò di ritrarsi nella nativa Cosenza, vi portò il motto del pensiero italiano, la filosofia naturale, fondata sull’esperienza e sull’osservazione. Il suo merito è di avere esercitata una seria influenza intellettuale tra’ suoi concittadini e di aver fondato sotto nome di accademia una vera scuola filosofica. Come Machiavelli, così egli non segue altro che l’osservazione e la natura: poichè la sapienza umana è arrivata alla più alta cima che possa afferrare, se ha osservato quello che si presenta ai sensi, e ciò che può esser dedotto per analogia dalle percezioni sensibili. Sincero, modesto, d’ingegno non grande, ma di grandissima giustezza di mente e di sano criterio, fu benemerito meno per le sue dottrine, che per il metodo ed il linguaggio. E in verità la grande e utile novità era allora il metodo. Il suo maggiore elogio lo ha fatto Campanella in queste parole: Telesius in scribendo stylum vere philosophicum solus servat, juxta verum naturam sermones significantes condens, facitque hominem potius sapientem quam loquacem. L’obbiettivo era sciogliere il pensiero dalla servitù di Aristotile, tiranno degl’ingegni, e metterlo in diretta comunicazione con la natura, rifarlo libero, ciò che con una precisione uguale alla concisione dice Campanella nel suo famoso sonetto a Telesio:

     Telesio, il telo della tua faretra
Uccide de’ Sofisti in mezzo al campo
Degl’ingegni il Tiranno senza scampo:
Libertà dolce alla verità impetra.