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ma come vero filosofo cerca la Divinità non fuori del mondo, ma nel mondo. È in fondo la più radicale negazione dell’ascetismo e del medio evo.
Lasciando da parte la contemplazione del primo principio, rimangono due sostanze, la forma che fa e la materia di cui si fa, i due principii costitutivi delle cose.
La forma nella sua assolutezza è l’anima del mondo, la cui intima, più reale e propria facoltà, e parte potenziale è l’intelletto universale. Come il nostro intelletto produce le specie razionali, così l’intelletto o l’anima del mondo produce le specie naturali, empie il tutto, illumina l’universo, come disse il poeta: Totamque infusa per artus Mens agitat molem et toto se corpore miscet. Questo intelletto, detto da’ platonici fabbro del mondo, e da Bruno artefice interno, infondendo e porgendo qualche cosa del suo alla materia produce il tutto. Esso è la forma universale e sostanziale insita nella materia, perchè non opera circa la materia e fuor di quella, ma figura la materia da dentro, come da dentro del seme o radice forma il stipe, da dentro il stipe caccia i rami, da dentro i rami forma le brance, da dentro queste spiega le gemme, da dentro forma, figura e intesse come di nervi le fronde, li fiori e li frutti. La natura opra del centro per dir così del suo soggetto o materia. Sicchè la forma, se come causa efficiente, è estrinseca, perchè non è parte delle cose prodotte, quanto all’atto della operazione, è intrinseca alla materia, perchè opera nel seno di quella. È causa cioè fuori delle cose: ed è insieme principio, cioè insito nelle cose. Non ci è creazione, ci è generazione, o, come dice Bruno, esplicazione.
La forma è in tutte le cose, e perciò tutte le cose hanno anima. Vivere è avere una forma, avere anima. Tutte le cose sono viventi. Se la vita si trova in tutte le cose, l’anima è forma di tutte le cose, presiede alla