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Nel machiavellismo ci è una parte variabile nella qualità e nella quantità relativa al tempo, al luogo, allo stato della coltura, alle condizioni morali de’ popoli. Questa parte che riguarda i mezzi, è molto mutata, e muterà in tutto, quando la società sia radicalmente rinnovata. Ma la teoria de’ mezzi è assoluta ed eterna, perchè fondata sulle qualità immutabili della natura umana. Il principio dal quale si sviluppa quella teoria, è questo, che i mezzi debbono avere per base l’intelligenza e il calcolo delle forze che muovono gli uomini. È chiaro che in queste forze c’è l’assoluto e il relativo, e il torto del Machiavelli, comunissimo a tutt’i grandi pensatori, è di avere espresso in modo assoluto tutto, anche ciò che è essenzialmente relativo e variabile.

Il machiavellismo, in ciò che ha di assoluto o di sostanziale, è l’uomo considerato come un essere autonomo e bastante a sè stesso, che ha nella sua natura i suoi fini e i suoi mezzi, le leggi del suo sviluppo, della sua grandezza e della sua decadenza, come uomo e come società. Su questa base sorgono la storia, la politica, e tutte le scienze sociali. Gl’inizii della scienza sono ritratti, discorsi, osservazioni di uomo che alla coltura classica unisca esperienza grande, e un intelletto chiaro e libero. Questo è il machiavellismo, come scienza e come metodo. Ivi il pensiero moderno trova la sua base e il suo linguaggio. Come contenuto, il machiavellismo su’ rottami del medio evo abbozza un mondo intenzionale, visibile tra le transazioni e i vacillamenti dell’uomo politico, un mondo fondato sulla patria, sulla nazionalità, sulla libertà, sull’uguaglianza, sul lavoro, sulla virilità e serietà dell’uomo.

In letteratura, l’effetto immediato del machiavellismo è la storia e la politica emancipate da elementi fantastici, etici, sentimentali, e condotte in forma razionale; è il pensiero volto agli studi positivi dell’uomo e della