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chiesa perchè in chiesa vale più la sua mercanzia. È di mediocre levatura, buono a uccellar donne. «Madonna Lucrezia è savia e buona. Ma io la giungerò in su la bontà, e tutte le donne han poco cervello, e come n’è uno che sappia dire due parole, ei se ne predica; perchè in terra di ciechi chi ha un occhio è signore». Conosce bene i suoi polli: «le più caritative persone che sieno son le donne, e le più fastidiose. Chi le scaccia, fugge i fastidii e l’utile; chi le intrattiene, ha l’utile e i fastidii insieme. Ed è vero che non è il mele senza le mosche.» Biascica paternostri e avemarie, e usa i modi e il linguaggio del mestiere con la facilità indifferente e meccanica dell’abitudine. A Ligurio che, promettendo larga limosina, lo richiede che procuri un aborto, risponde: Sia col nome di Dio, facciasi ciò che volete, e per Dio e per carità sia fatta ogni cosa. Datemi cotesti danari, da poter cominciare a far qualche bene». Parla spesso solo e si fa il suo esame, e si dà l’assoluzione, sempre che glie ne venga utile. «Messer Nicia e Callimaco son ricchi, e da ciascuno per diversi rispetti sono per trarre assai. Sia come si voglia, io non me ne pento». Se mostra inquietudine, è per paura che si sappia. «Io non pensava a ingiuriare persona; stavami nella mia cella, diceva il mio ufficio, intratteneva i miei divoti; capitommi innanzi questo diavolo di Ligurio, che mi fece intignere il dito in un errore, donde io vi ho messo il braccio e tutta la persona, e non so ancora dov’io m’abbia a capitare. Pure mi conforto che quando una cosa importa a molti, molti ne hanno aver cura». Questo è l’uomo, a cui la madre conduce la figliuola. Il frate spiega tutta la sua industria a persuaderla, e non si fa coscienza di adoperarvi quel poco che sa del vangelo e della storia sacra: «Io son contenta, conchiude Lucrezia, ma non credo mai esser viva domattina». E il frate risponde: «Non dubitate, figliuola mia,