Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/68


― 58 ―

che lo tira su, lo avvicina alla prima intelligenza. La donna, esemplare della bellezza, è nobile intelletto.

.    .    .    O nobile intelletto;
Oggi fu l’anno che nel ciel partisti.


La donna è perciò il viso della conoscenza, la bella faccia della scienza, che invaghisce l’uomo e sveglia in lui nova intelligenza, lo fa intendere. La donna dunque è la scienza essa medesima, è la filosofia nella sua bella apparenza: e questo è la bellezza, il dolce pomo consentito a pochi. Intendere è amore, e amore è operare come s’intende; perciò filosofia è uso amoroso di sapienza, scienza divenuta azione mediante l’amore. La virtù non è altro che sapienza, vivere secondo i dettati della scienza. Perciò l’amante è chiamato saggio: e la donna è saggia prima di esser bella:

Beltade appare in saggia donna pui
Che piace agli occhi.    .    .    


La beltà non è altro che l’apparenza della saggezza, sì che piaccia e innamori di sè.

Con questo misticismo filosofico si accordava il misticismo religioso, secondo il quale il corpo è velo dello spirito, e la bellezza è la luce della verità, la faccia di Dio, somma Intelligenza, contemplazione degli Angioli, e dei Santi. Dio, gli angioli, il Paradiso rappresentano anche qui la loro parte. Teologia e filosofia si dànno la mano.

È la prima volta che questo contenuto esce fuori nella sua integrità e con così perfetta coscienza. È l’idealismo di quel tempo, con la sua forma naturale, l’allegoria. Aggiungi l’opera della immaginazione, che dà alle figure tanta vivacità di colorito, ed hai l’ultimo segno di perfezione che si poteva allora desiderare.