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uno stampo, in andamento piano, uguale e tranquillo, e in una lingua così propria e sicura, che non ne hai esempio ne’ più tersi e puliti siciliani. Comincia così:
Amante — O gemma leziosa,
Che sei più virtudiosa
Che non se ne favella:
Per la virtude che hai,
Per grazia del Signore,
Ajutami, che sai,
Donna — Assai son gemme in terra
Che fanno virtude in guerra,
E fanno altrui allegrare:
Amico, io non son dessa
Di quelle tre2 nessuna:
Altrove va per essa,
E cerca altra persona.
Con questa precisione e sicurezza di vocabolo e di frase, che ti annunzia un volgare già formato e parlato, si accompagna una misura e una grazia ignota alla nudità molle e voluttuosa della vita meridionale. E vaglia per prova la fine di questa tenzone, di una decenza amabile, così lontana dal plebeo, allo letto ne gimo, di Ciullo.
Donna — Tanto m’hai predicata,
Ch’io mi sono accordata:
Amante — Madonna, a me non piace
Fatemi far la pace