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dove è rappresentata la lotta interna tra la ragione e il senso, la ragione che parla e il senso che morde. E ci sono pure momenti che la ragione piglia il di sopra, e si volge a Dio, e si confessa, e fa proposito di svellere dal suo cuore il falso dolce fuggitivo,
Che il mondo traditor può dare altrui.
Non c’è dunque nel Canzoniere una storia, un andar graduato da un punto all’altro; ma è un vagar continuo tra le più contrarie impressioni, secondo le occasioni o lo stato dell’animo in questo o quel momento della vita. Non ci è storia, perchè nell’anima non ci è una forte volontà, nè uno scopo ben chiaro; perciò è tutta in balìa d’impressioni momentanee, tirata in opposte direzioni. Di che nasce un difetto d’equilibrio, la discordia o la scissura interiore. Il reale comparisce la prima volta nell’arte, condannato, maledetto, chiamato il falso dolce fuggitivo, pur desiderato, di un desiderio vago che si appaga solo in immaginazione, debolmente contraddetto e debolmente secondato. Minore è la speranza, più vivo è il desiderio, il quale, mancatagli la realtà, si appaga in immaginazione. Nasce una vita di sogni, di estasi, di fantasie, di quello che l’animo desidera, non con la speranza di conseguirlo, anzi con la coscienza di non conseguirlo mai. Il poeta sogna, e sa che sogna, e gli piace sognare,
E più certezza averne fòra il peggio.
Perchè se per averne più certezza, rompe il corso dell’immaginazione, sopraggiunge il disinganno. Così vive in fantasia, fabbricandosi godimenti interrotti spesso dalla riflessione con un: hai lasso! in un flutto perenne d’illusioni e disillusioni. Il disaccordo interno è appunto in questo, nella immaginazione che costruisce e nella ri-
De Sanctis ― Lett. Ital. Vol. I | 18 |