Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/251


― 241 ―

gatorio, qui è lirica e musicale, immediata parvenza dello spirito, assoluta luce senza contenuto, fascia e cerchio dello spirito non esso spirito. Il purgatorio come la terra, riceve la luce dal sole e dalle stelle, e queste l’hanno immediatamente da Dio, sicchè le anime purganti, come gli uomini, veggono il Sole, e nel Sole intravvedono Dio, offertosi già alla fantasia popolare come emanazione di luce; ma i beati intuiscono Dio direttamente per la luce che move da lui senza mezzo:

Lume che a lui veder ne condiziona.

Adunque il paradiso è la più spirituale manifestazione di Dio; e perciò di tutte le forme non rimane altro che luce, di tutti gli affetti non altro che amore, di tutt’i sentimenti non altro che beatitudine, di tutti gli atti non altro che contemplazione. Amore, beatitudine, contemplazione prendono anche forma di luce; gli spiriti si scaldano ai raggi d’amore; la beatitudine o letizia sfavilla negli occhi e fiammeggia nel riso; e la verità è siccome in uno specchio dipinta nel cospetto eterno:

Luce intellettual, piena d’amore,
Amor di vero ben pien di letizia,
Letizia che trascende ogni dolzore.

Gli affetti e i pensieri delle anime si manifestano con la luce; l’ira di san Pietro fa trascolorare tutto il paradiso.

Il paradiso ha ancora la sua storia e il suo progresso, come l’inferno e il purgatorio. È una progressiva manifestazione dello spirito o di Dio in una forma sempre più sottile sino al suo compiuto sparire, manifestazione ascendente di Dio che risponde a’ diversi ordini o gradi di virtù. Sali di stella in stella, come di virtù in virtù, sino al cielo empireo, soggiorno di Dio.

Ad esprimere queste gradazioni unica forma è la luce. Perciò non hai qui, come nell’inferno o nel purgatorio,

De Sanctis ― Lett. Ital. Vol. I 16