Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/13


— 3 —

Acquistiti1 riposo, canzoneri2:
Le tue paraole3 a me non piaccion gueri4.

La canzone è tirata giù tutta d’un fiato, piena di naturalezza e di brio e di movimenti drammatici, rapida, tutta cose, senza ombra di artificio e di rettorica. Ci è una finezza e gentilezza di concetti in forma ancor greggia, ineducata. E perciò il documento è più prezioso, perchè se l’ingegno del poeta apparisce nei concetti e ne’ sentimenti e nell’andamento vivo e rapido del dialogo, la forma è quasi impersonale, ritratto immediato e genuino di quel tempo.

E studiando in quella forma, è facile indurre che c’era allora già la nuova lingua, non ancora formata e fissata, ma tale che non solo si parlava, ma si scriveva; e c’era pure una scuola poetica col suo repertorio di frasi e di concetti, e con le sue forme tecniche e metriche già fissate.

Chi sa quanto tempo si richiede perchè una lingua nuova acquisti una certa forma, che la renda atta ad essere scritta e cantata, può farsi capace che la lingua di Ciullo, ancorachè in uno stato ancora di formazione, dovea già essere usata da parecchi secoli indietro.

E ci volle anche almeno un secolo, perchè fosse possibile una scuola poetica, giunta allora all’ultimo grado della sua storia, quando i concetti, i sentimenti e le forme diventano immobili come un dizionario e sono in tutti i medesimi.

Come e quando la lingua latina sia ita in decomposi-

  1. Acquisiti in luogo di acquistati, desinenza dell’imperativo usata anche oggi in parecchi luoghi: acquistiti riposo, vuol dire: vattene in pace, ritirati, e finiscila, acquetati.
  2. Canzonieri, canzonero, canzonere, vuol dire canzonatore, burlatore.
  3. Paraole o parabole, in provenzale paraulas.
  4. Gueri, o, come è in Brunetto Latini, guero, guari, punto, niente affatto, in francese guère.