Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/127


― 117 ―

umano, come il rimorso è il grido della coscienza. Intralciato e monotono nel discorso, il suo stile è rapido, liquido, pittoresco nel racconto. Diresti che provi voluttà a spaventare e tormentare l’anima: cerca immagini, accessorii, colori, come istrumento della tortura, e ti lascia sgomento e assediato da fantasmi. Il periodo spesso ben congegnato, svelto e libero, la cura de’ nessi e de’ passaggi, la distribuzione degli accessorii e de’ colori, l’intelligenza delle gradazioni, un sentimento di armonia cupo che accompagna lo spettacolo, fanno del Passavanti l’artista di questo mondo ascetico.

Ma ecco fra tante vite di Santi il Santo in persona, scrittore e pittore di sè medesimo, Caterina da Siena. Abbandonata la madre e i fratelli, resasi monaca, macerato il corpo co’ cilizii e digiuni, vive una vita di estasi e di visioni, e scrive in astrazione, anzi detta con una lucidità di spirito maravigliosa. Scrive a Papi, a principi, a re e regine, come alla madre, a’ fratelli, a frati e suore, dall’altezza della sua santità, con lo stesso tono di amorevole superiorità. Nelle più intricate faccende prende il suo partito risolutamente, consigliando e quasi comandando quella condotta, che le pare conforme alla dottrina di Cristo. Ho detto pare, e dovrei dire: è; perchè nessun dubbio o esitazione è nel suo spirito, e le dottrine più astruse e mentali le sono così chiare e sicure come le cose che vede e tocca. Ha la visione dell’astratto, e lo rende come corpo, anzi fa del corpo la luce e la faccia di quella. Indi un linguaggio figurato e metaforico, spesso sazievole, talora continuato sino all’assurdo. È un po’ il fare biblico; un po’ vezzo de’ tempi; ma è pure forma naturale della sua mente. Vivendo in ispirito, le cose dello spirito le si affacciano palpabili e visibili come materia, e così come vede Cristo e Angioli, vede le idee e i pensieri. È una ragione spirituale, divenutale per lungo uso così familiare, che ne ha fatto il suo mondo