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Povertà.    .    .    M’affliggo e doglio
Che la perfezion quasi è mancata,
Non è più il tempo de’ padri passati,
Ch’erano pover, vili e disprezzati.
Pazienza― Chi pensa andare al Ciel per altra via,
Che per patir, si troverà ingannato.
Gesù diletto figliuol di Maria
Ne ha dato esempio e a tutti ha insegnato.
Per dimostrarci che s’avea a patire,
Elesse su la Croce di morire.
Umiltà― L’Umiltade son io, fratei diletti,
Oggi non c’è nessun che mi raccetti.
Vestitevi di Cristo, o genti stolte,
Non vi avvedete voi che il tempo vola?
Non entra in paradiso alcun difetto,
Non v’entra quel che a Dio non è soggetto.
Andiam cercando, care mie sorelle,
Per tutto il mondo un po’ nostra ventura:
Se nel gregge di Cristo una di quelle
Ci ricevessi con la mente pura,
Perchè noi siam vestite poverelle,
Non vorrei gli facessimo paura:
Ch’oggidì le virtù non son richieste,
Ma fassi onore a chi ha le belle veste.

L’anima contrita e fortificata alza un canto a Dio:

A te mi do, Signor clemente e pio,
E voglio a te servir tutt’i miei anni,
Altro che te non bramo e non desìo.
Io ho fuggito il mondo pien d’affanni,
Dove si trova sol doglia e mestizia,
Ben è infelice chi veste suo’ panni.
Ei mostra nel principio la letizia,
E di dover donar pace e riposo:
Di poi non dà se non pianto e tristizia.
O mondo cieco, falso e tenebroso,
Che hai tanti amatori in questa vita,