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Parte II. 39

IV.

Eccellenza e fama della sua Setta.

Ciò che puossi con verità affermare, si è, che fu Pittagora il primo, che il nome di Filosofo fin allora sconosciuto prendesse, come ne assicura Cicerone1, e uno de’ primi, che nello studio della Filosofia, della Matematica, e della Morale, non solo cominciarono ad aprir nuovi sentieri, ed avanzarsi più oltre assai di quello che fin allora si fosse usato, ma che additando agli altri ancora le vie da essi scoperte, ed invitandogli a venire lor dietro, aprirono pubbliche scuole, si fecero fondatori di Sette, e cercarono di risvegliare negli uomini tutti desiderio ardente di virtù e di scienza. Quasi tutti i più grandi uomini, di cui si vanta la Grecia, Socrate, Platone, Epicuro, Aristotele, ed altri, furono a Pittagora posteriori. Il solo Talete Milesio fondator della Setta, che Jonica fu appellata, visse innanzi a lui. Ma se Pittagora non ebbe il vanto di essere a lui anteriore di tempo, quello ebbe certamente di superarlo in fama; poichè la scuola di Pittagora più assai che non quella di Talete fu presso gli antichi Filosofi illustre e chiara; e paragonando ciò, che i più accreditati Scrittori ne dicono delle opinioni loro, chiaramente si vede, che Pittagora più addentro innoltrossi nel conoscimento della natura, e che se non giunse in molte cose allo scoprimento del vero, vi si accostò nondimeno assai più vicino che non Talete. E a ciò attribuir si deve la stima, in cui fu sempre Pittagora, mentre vivea, e l’affollato concorso, che ad udirlo faceasi da ogni parte. Ne abbiamo un chiaro testimonio nella lettera a lui scritta da Anassimene, che da Laerzio ne è stata conservata. Atqui, così gli scrive egli, tu Crotoniatis atque Italis ceteris gratus atque in pretio es; accedunt & ex Sicilia studiosi quique2.

V. Della maniera da Pittagora usata nell’istruire i suoi discepoli, del rigoroso silenzio, della sobrietà e temperanza nel vitto, nel sonno, nel portamento tutto esteriore, del dispregio della gloria, della comunione de’ beni, e di altre somiglianti cose, che da essi esigeva, si può vedere il soprallodato Bruckero, che questo punto di Storia con singolare esattezza ha esaminato. Per ciò che appartiene alle Filosofiche opinioni di Pittagora, lo stesso autore dopo aver recate non poche ragioni, come di sopra osservammo, a mostrare, quanto grande sia l’incertezza, in cui

  1. Tuscul. Qu. L. V n. 3.
  2. Laert. Lib. II in Vit. Anaximen.