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era allora comune a tutti gli amanti della Letteratura, non vi ha però argomento ad affermarlo sicuramente.
X. Ma tutte queste Biblioteche eran private; né i Cittadini potevano usarne, se non quanto l’amicizia e la cortesia de’ posseditori il permetteva. Giulio Cesare fu il primo, il quale tralle molte cose, che a gran vantaggio di Roma disegnava di fare, avea ancora in pensiero di aprire pubbliche copiosissime Biblioteche di libri Greci e Latini: Bibliothecas Græcas & Latinas, dice Svetonio annoverando le cose, ch’ei meditava35 , quas maximas posset, publicare. E perché questo grand’uomo ben conosceva, quanta erudizione alla scelta e all’ordinamento de’ libri si richiedesse, 217 avea egli a quest’uopo trascelto l’uomo per avventura il più dotto, che allor fosse in Roma, cioè il famoso Varrone: Data, soggiugne Svetonio, M. Varroni cura comparandarum ac digerendarum. Ma questo ancora con tutti gli altri grandi disegni di Cesare fu dalla funesta sua morte troncato.
XI. Ciò che non fu eseguito da Cesare, prima di ogn’altro fu condotto ad effetto da Asinio
Pollione. Di lui abbiam già parlato assai lungamente, ove si è trattato del dicadimento della Romana eloquenza, e addotte abbiam le ragioni, che ci han mosso a pensare, ch’egli ne fosse uno de’ principali autori. Egli è però vero, che, se se ne tragga lo smoderato impegno d’abbassar l’altrui fama, Pollione fu uno de’ più colti uomini, che a questo tempo vivessero. Egli per testimonio di Suida36, oltre l’avere scritti diciassette libri di Storia Romana, che citati vengono ancor da Svetonio37, fu anche il primo, che la Storia Greca scrivesse in Latino linguaggio. Fu egli ancora, come accennano Svetonio38 e Orazio39, Orator eloquente. Scrisse Tragedie Greche e Latine40, e una singolarmente pare, che preso avesse a comporne sulla Guerra Civile, da cui il dissuase Orazio41 , benché sia ad altri sembrato, che di Storia e non di Tragedia egli parli a quel luogo. Era egli ancora amico e protettor de’ Poeti, come da Virgilio raccogliesi42, il quale, seco