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le: aggiugne, che Lentulo ha promesso di concedergli a questo effetto l’uso delle sue navi; se queste mancano, le mandi per qualunque altra via; qualunque cosa egli trovi degna della sua Biblioteca, la compri tosto, e si fidi del suo scrigno; alcune di queste statue vuole ei collocare nella sua Villa Tusculana; poscia vuol adornare quella ancor di Gaeta; gli dà poi avviso, che alcune di esse sono già state poste fuor di nave a Gaeta; poi, che sono state condotte alla sua Villa di Formia, ma che non le ha ancora vedute. Egli parla in somma da uomo, per così dir, trasportato, e che altro pensiero non ha che quello di provvedere la sua Biblioteca e il suo Gabinetto di somiglianti antichi ornamenti. Una Dissertazione dell’erudito Abate Filippo Venuti sul Gabinetto di Cicerone è stata inserita nelle Memorie della Società Colombaria26, e poscia compendiata nella raccolta intitolata: Varietés Litteraires27 .

VIII. Quinto Cicerone ancora fratello di M. Tullio avea una scelta Biblioteca singolarmente di libri Greci. Noi ne troviamo menzione in due lettere a lui scritte dal suo fratello Marco28, e qui pure egli mostra il fervido suo impegno in raccogliere libri, e quanto a lui rincrescesse, che avvenisse allora ne’ Codici scritti a mano ciò, che ora accade spesso negli stampati, cioè, che vi s’incontrassero frequenti errori. De Bibliotheca tua Græca supplenda, libris commutandis, Latinis comparandis, valde velim ista confici, præsertim cum ad meum quoque usum spectent. Sed ego mihi ipsi, ista per quem agam, non habeo; neque enim venalia sunt, quæ quidem placeant, & confici nisi per hominem & peritum & diligentem non possunt; Chrysippo tamen imperabo, & cum Tyrannione loquar. E poscia dolendosi alquanto della lentezza di Tirannione, spiega insieme la difficoltà di trovar Codici ben corretti: De libris Tyrannio est cessator. Chrysippo dicam, sed res operosa est, & hominis perdiligentis. Sentio ipse, qui in summo studio nihil assequor. De Latinis vero, quo me vertam nescio, ita mendose & scribuntur & veneunt, sed tamen quoad fieri poterit non negligam. Da’ quali passi si vede, che