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de’ quali varj frammenti ci son rimasti nelle collezioni delle leggi Romane. V. Il terzo celebre Giureconsulto fu Publio Alfeno Varo Cremonese di patria, che fiorì a’ tempi di Augusto. Il comun sentimento degli Scrittori appoggiato a un passo di Orazio19 si è, ch’ei fosse dapprima calzolajo; e che poscia dal suo ingegno portato a cose più grandi, gittata la lesina e il cuojo, si applicasse alle leggi. Il sopraccitato Everardo Ottone alla vita di Sulpicio, di cui abbiam favellato, una Dissertazione ha aggiunto, in cui prende a combattere questa opinione, mostrando, ch’ella non è abbastanza fondata, e che il Varo, di cui parla Orazio, diverso è dal celebre Giureconsulto. E una lettera ancora di Cristefido Wectlero sullo stesso argomento abbiam negli atti di Lipsia20. Io non voglio entrare in tal quistione, che poco finalmente monta il sapere, di qual nascita egli fosse. Ciò che è certo si è, che egli fu uno de’ più famosi Giureconsulti di questo tempo. Una grande Raccolta di Decisioni Legali fu da lui fatta, e divisa in XL libri, intitolati Digesti, che dagli antichi Giureconsulti vengono spesso citati21, e da Gellio ancora22, che il dice discepolo di Sulpicio, e nelle cose antiche non negligente. La stima, che col suo sapere egli erasi acquistata in Roma, fu cagione, che dopo morte solenni funerali se gli celebrassero a pubbliche spese23; e una medaglia a lui coniata, nella quale egli è chiamato Alfinius, vedesi nella Raccolta delle Medaglie di famiglie Romane pubblicata dal Vaillant24 . VI. Questi e molti altri Giureconsulti, che allo stesso tempo fiorirono in Roma, molta luce arrecarono certamente alle leggi Romane. Ma ciò non ostante era in esse ancor quel disordine, che sembra ad alcuni esservi ancora al presente; cioè un’infinita moltitudin di leggi oscure spesso e intralciate, e che talora parevano opporsi l’una all’altra. Dolevasi di ciò il medesimo Cicerone, e a’ Giureconsulti medesimi ne attribuiva la colpa, i quali o per imporre più facilmente agli ignoranti, o