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ton con questo titolo: Amœnitates Philologico-Medicæ, in quibus Medicina a servitute liberatur; per tacere di altri libri su questo argomento medesimo pubblicati, intorno a’ quali si può vedere il libro di Giulio Carlo Schlegero stampato l’anno 1740 in Helmstad: Historia litis de Medicorum apud veteres Romanos degentium conditione. Prima di tutti i sopraccitati Autori avea scritto su questo argomento Jacopo Spon, come sopra si è detto, con una Dissertazione51, in cui entra a provare, che i Medici tra’ Romani non erano schiavi, ma Cittadini Romani52. Troppo ampio trattato richiederebbesi ad esaminare tutte le ragioni, che dall’una e dall’altra parte sono state recate. A dire in breve ciò, ch’io ne sento, è certo primieramente, che molti Medici erano schiavi, benché poi da’ lor padroni medesimi posti in libertà. Tale abbiam veduto che fu Antonio Musa; e tali pure eran que’ molti Medici, i quali nelle Iscrizioni dallo Spon pubblicate a mostrare, che i Medici non erano schiavi, son detti Liberti. Anzi attualmente schiavo sembra che fosse il Medico di Domizio a’ tempi di Cesare rammentato da Seneca53
- Imperavit
(Domitius) Medico eidemque servo suo, ut sibi venenum daret. E’ certo inoltre, che Medici vi erano in Roma, i quali non avevano il diritto della Romana Cittadinanza. Cesare ed Augusto, come si è detto, concederon loro un tal privilegio: dunque non l’avevan essi dapprima; e quindi è falso ciò, che lo Spon ed altri affermano, che tutti i Medici fossero Cittadini Romani, quando parlar si voglia de’ tempi anteriori a Cesare. Anzi io credo, che si possa con certezza affermare, che fino a’ tempi di Plinio niun de’ Romani esercitò quest’arte. Egli il dice apertamente: Solam hanc artium Græcarum nondum exercet Romana gravitas in tanto fructu54. Quindi soggiugne, che pochi assai ancora erano que’ Romani, che di essa avessero scritto; e questi ancora si erano in certo modo gittati tra’ Greci grecamente scrivendo: Paucissimi Quiritium attigere, & ipsi statim ad Græcos transfugæ. Pare, che