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La qual parola excepisse ha data occasione a parecchie contese. Jacopo Spon dotto medico insieme e valoroso Antiquario ha voluto di una scienza valersi a difesa dell’altra, e tralle molte sue Dissertazioni d’Antichità una9
ne ha indirizzata a provare, che né i soli schiavi eran Medici, come
pensano alcuni, né questi furon mai cacciati da Roma. Della prima proposizione parlerem fra non molto. Quanto all’altra, egli recato il testo di Plinio, che noi spieghiamo, traduce la parola excepisse per eccettuare; e di questo testo medesimo si vale a provare il suo parere. Anche Federigo Cristiano Cregut nella bella Prefazione da lui premessa alle Opere Mediche di Cesare e di Giambatista Magati da Scandiano, nella quale de’ meriti degl’Italiani verso le lettere parla con somma lode, in questo senso medesimo vuol che s’intenda il passo di Plinio. Ma il P. Harduino ne’ suoi Comenti a questo luogo, e più lungamente ancora gli Autori del Giornale degli Eruditi di Parigi10, mostrano, che excipere significa anzi comprendere nominatamente, nel qual senso la stessa parola più altre volte è usata. E veramente tutto il passo di Plinio sembra, che conduca a questo senso medesimo, e più chiaramente ancora si vede da ciò, ch’egli soggiugne; perciocché dopo aver dette più cose in disapprovazione di quest’arte, dice: Hæc fuerint dicenda pro Senatu illo sexcentisque populi Romani annis adversus artem. Le quali parole sarebbono al tutto fuor di proposito, quando il Senato Romano non sol non avesse cacciati i Medici Greci da Roma, ma avessegli anzi onorati eccettuandogli dal general bando portato contro de’ Greci11. In qual