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altri, in cui si legge diversamente. Così riflette anche il soprallodato celebre Autore delle Disquisizioni Pliniane, il quale pensa, che seguir si debba la lezione di varj Codici da lui veduti, che hanno Manilius110. Onde a me pare, che su questo punto ci sia forza il restare tuttora al bujo.
XXVIII. La menzione, che fatta abbiamo di questo Obelisco, ci conduce a dir ancor qualche
cosa degli Orologi Solari, ed a ricercare, a qual tempo cominciassero ad essere usati in Roma. Niuna cosa ci fa meglio conoscere la rozzezza de’ Romani ne’ primi secoli, quanto ciò, che della loro maniera di misurare le ore ci narra Plinio111. Nelle leggi delle XII Tavole non facevasi menzione alcuna di ore, come se non se ne avesse idea; e solo vi si nominava il nascere e il 188 tramontare del Sole. Alcuni anni dappoi cominciarono i Romani ad avvedersi, che eravi anche un tempo, il quale chiamar potevasi mezzo giorno, e che opportuna cosa sarebbe stata, se gli uomini ne fossero avvertiti. Diedesi dunque l’incarico al banditore ossia trombetta del Console di darne pubblicamente avviso, quando avesse veduto il Sole giunto a un tal segno; il che pure facevasi all’ultima ora del giorno. Così duraron lo cose per alcun tempo, cioè almeno fino all’anno di Roma 460. Perciocché un antico Storico detto da Plinio Fabio Vestale avea lasciato scritto, che Lucio Papirio Cursore era stato il primo, che un Orologio Solare avea fatto costruire in Roma dodici, o, come legge il P. Harduino, undici anni innanzi la guerra di Pirro, che ebbe principio l’anno 472. Ma pare, che l’introduzione degli Orologi Solari in Roma debbasi di alcuni anni ancor ritardare. Perciocché Plinio soggiunge, diverso essere il sentimento di M. Varrone, e che questi narrava, che M. Valerio Messala era stato il primo, che avendone trovato uno in Catania da lui espugnata, aveal seco dalla Sicilia portato insiem colle spoglie del trionfo, e fattolo poi collocare nel Foro vicino a’ Rostri, trent’anni dopo l’Epoca sopraccitata, cioè l’anno 491. Il che pure confermasi da Censorino112. Ma così valenti in Astronomia erano allora i Romani, che buonamente crederono, che un Orologio Solare adattato